Intervista a Ciaj Rocchi e Matteo Demonte in occasione dell’uscita su La Lettura di un graphic/video novel tributo a Prince

BG: Una mini novel su Prince… non pensavamo fosse nelle vostre corde.

CR e MD: E perché? Noi riusciamo a rintracciare delle similitudini. Prince non mangiava quasi mai perché poi gli veniva l’abbiocco e non lo sopportava. Era un lavoratore instancabile. Lavorava tanto, lavorava sempre e faceva lavorare sul serio chi collaborava con lui.

Come noi era un autodidatta, e proprio per questo studiava attentamente il lavoro degli altri. Ma soprattutto aveva stile: si vestiva e si truccava sempre con gran cura, e quando ballava era fluido come l’acqua. Per noi è sempre stato un grande riferimento, lo ascoltiamo spesso nelle lunghe ore di lavoro al computer, ben funziona da carburante con quei gridolini e il ritmo incalzante.

Ma forse la cosa più interessante – musicalmente parlando – è che è stato uno dei pochi “songwriter commerciali” in grado di spedire in cima alle classifiche un pezzo come “KISS” che era praticamente deprivato di tutta la musica, ridotto all’essenza, con giusto un paio di fraseggi melodici. Questo è un grande insegnamento, quello del togliere, tagliare, ridurre all’osso per individuare gli elementi fondamentali. Funziona anche per la scrittura, nel disegno, nelle relazioni. Aiuta a non divagare.

BG: A un anno di distanza dall’uscita di Chinamen state ripartendo per un mini tour in Toscana, ma non vi fermate mai?

CR e MD: Se ci chiamano, noi rispondiamo sempre e se possiamo, ci andiamo. La nostra relazione con le università è iniziata con Primavere e Autunni e ci ha sempre dato grandi soddisfazioni. Come abbiamo detto più volte i nostri libri potrebbero essere definiti “graphic essay” e il fatto che ci invitino nelle accademie è la semplice prova del nostro risultato.

Il tour toscano prevede 3 date, due nelle Università – a Siena e a Firenze – e una serata speciale a Prato.

Martedì 10 aprile saremo ospiti del Prof. Andrea Valzania docente di Sociologia delle migrazioni presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena. L’incontro è patrocinato anche dall’Ateneo Internazionale dell’Università per Stranieri di Siena e vedrà la presenza tra i relatori anche del Prof. Andrea Scibetta, docente di Lingua e Cultura Cinese proprio all’UNISTRASI. L’evento, come sempre, è aperto a tutti gli studenti dell’Ateneo e all’intera cittadinanza. Sarà proiettato il documentario a cartoni animati e poi si parlerà di un secolo di immigrazione e integrazione cinese in Italia, ma non solo. Anche la mini-novel su Quimbo Appo è diventata, al pari di P&A e Chinamen, materia di studio per cui, come era già successo al Museo di Geografia di Padova, si parlerà anche di Chinatown americane ed europee rintracciando nelle stratificazioni storiche e nella dimensione multiculturale l’essenza delle grandi città contemporanee.

Lo stesso giorno alle 21 saremo a Prato. Insieme a DryPhoto Arte Contemporanea, abbiamo organizzato un incontro davvero interessante: oltre a presentare Chinamen – il libro e il documentario, questa volta sottotitolato in cinese mandarino – abbiamo preparato un reading musicale di brani tratti dall’antologia “Seconda Generazione – La città vista e vissuta dai Pratesi di Seconda Generazione”.  Si tratta di una raccolta di testimonianze letterarie scritte da ragazzi delle scuole superiori e offre uno spaccato davvero inedito della realtà multietnica pratese (non solo cinese).

A discuterne con noi ci saranno la Prof. Stefania Zampiga, curatrice dell’antologia, Sara Iacopini antropologa e ricercatrice pratese, Marco Wong di Associna e Marc Lee, performer sino-italiano che leggerà i brani dell’antologia sulle basi musicali di Max Von Morguer (autore già delle musiche di Uccellacci!). Molti degli autori di questa antologia, pubblicata nel 2015 dalla Provincia di Prato e dalla Monash University, saranno presenti alla serata e questa sarà l’occasione per il photoreporter Giovanni Aloisi, che ci accompagna in questa data del tour, per scattare una serie di ritratti di questi giovani Chinamen pratesi.

E’ un grande onore per noi perchè non si è mai trattato di esportare il format Chinamen  “Graphic Novel + cartone animato + mostra” anche nelle altre città Italiane ad alta presenza di cittadini di origine cinese (Prato per prima) ma la nostra ambizione è sempre stata quella di fungere da innesco per far emergere narrazioni autonome, che utilizzassero anche altri linguaggi: quello della musica, il teatro, la fotografia… Proprio come sta succedendo.

E infine il giorno dopo, mercoledì 11 aprile, saremo a Firenze, ospiti dell’Istituto Confucio e della Professoressa Valentina Pedone, docente di Lingua e Cultura Cinese presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell’Università di Firenze. Il taglio di questo incontro sarà più storico e culturalistico; il tema del corso è: “La Cina Moderna dalle Guerre dell’Oppio (metà ‘800) alla Fondazione della Repubblica Popolare (metà ‘900)” quindi dopo la visione del documentario saranno molti gli spunti da cui partire; inoltre la Prof. Pedone è una profonda conoscitrice delle culture underground e quindi anche del fumetto.

BG: Dalle università ai progetti di Bookcity per la scuola primaria fino a Tempo di Libri ospiti de La Lettura… state muovendovi fuori dai circuiti tipici del fumetto, perché?

CR e MD: Uno dei nostri obiettivi primari è sempre stato quello di fare libri popolari, intesi per un pubblico vasto e non per forza abituato ai fumetti. Noi raccontiamo la nostra storia e le nostre ricerche storiche-giornalistiche-etnografiche illustrate e lo facciamo per tutti: per i bambini nelle scuole che sono entusiasti di partecipare a progetti pensati proprio per loro; per gli anziani che nei nostri lavori si riconoscono e trovano tracce del loro passato, per i genitori che educano i loro figli alla società multietnica, per le istituzioni che nella nostra città hanno sostenuto Chinamen in molti modi; per gli operatori culturali che ci hanno invitato nei musei, come quello d’Arte Orientale a Torino o quello di Geografia a Padova.

L’abbiamo detto mille volte che veniamo dalla documentaristica, questo ci porta a ragionare confrontando diversi linguaggi, lavorando con tempi e modi propri dell’editing video, del cinema, della pittura. Cerchiamo di riavvicinare il fumetto all’arte, vogliamo che sia promotore di cultura.

Alcuni esempi: il corso di Fotografia Sociale curato da Melina Mulas presso la facoltà di Architettura e Design del Politecnico di Milano adotterà sia Chinamen che Primavere&Autunni come guide di riferimento per un progetto-reportage dedicato alla Chinamen meneghina di Via Paolo Sarpi.

Il 19 aprile saremo ospiti del Centro per l’Arte Contemporanea dei Frigoriferi Milanesi, che inaugura una mostra sulla Biennale di Chengdu (The Sichuan Tale – Cina, teatro e storia) e la presentazione di Chinamen aprirà il calendario degli eventi collaterali dedicati alla Cina, alla sua cultura e alla realtà cinese di Milano.

Insomma, parlare di giornalismo a fumetti non significa solo raccontare per immagini le notizie di “calda” cronaca che leggiamo sui giornali. Questa è solo una via, ce ne sono anche altre. E una è quella che abbiamo intrapreso noi che leggiamo la realtà con uno sguardo retrospettivo, analitico, di approfondimento e di ricerca.

BG: Se ne parla sottovoce da un po’, ma c’è una data per la pubblicazione dei vostri libri nella Repubblica Popolare di Cina?

CR e MD: L’uscita di Primavere&Autunni è prevista per il 15 di aprile. Manca poco finalmente. E’ stata una vera avventura e non solo dal punto di vista editoriale, ma anche dal lato umano e relazionale.

Abbiamo curato l’edizione cinese nel dettaglio, ridisegnando anche alcune pagine su cui erano intervenuti a livello di contenuto, ma ci tenevamo che fosse un vero lavoro di mediazione/traduzione simbolica e interculturale.

Per Chinamen invece si parla di settembre, ma il tempo dall’altra parte del mondo scorre in maniera differente che qui, nel nostro Occidente :)

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Il mostro di Codogno

Una sorpresa di Natale, ricevuta nella nostra mail. Un racconto da leggere attorno alla stufa a legna, con lo scricchiolare delle fiamme come sottofondo, o al tepore di una coperta, seduti sul divano, soli dopo il primo round delle abbuffate festive. Un regalo da parte di due nostri autori, Francesco “Baro” Barilli e Vito Antonio “Duckbill” Baldassarro. Una piccola storia dai risvolti macabri, che a noi ricorda nelle intenzioni quelle di Stan Lee e Steve Ditko sui seminali albi horror della Marvel d’epoca. Una nuova, e insolita, lettura per tutti voi che ci seguite in questo scorcio di fine anno. Una cronaca, in pieno stile BeccoGiallo, ma che cronaca non è. Un racconto, da leggere seduti attorno al caminetto, appunto.

(altro…)

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Kurdistan. Dispacci dal fronte iracheno – Dal 7 dicembre in libreria

Kurdistan, dispacci dal fronte iracheno è un diario di viaggio che l’autore ha realizzato durante un soggiorno di due settimane in Iraq, a fianco degli operatori dell’Organizzazione Non Governativa Un ponte per… Un’opera di Graphic Journalism per raccontare la società civile irachena, raccogliendo le voci e lo sguardo di quei giovani che resistono a guerre ed estremismi, sognando un’altro Iraq, in un futuro di dialogo e pace.

Andare in Iraq con un progetto umanitario è la naturale conseguenza del mio lavoro sul giornalismo a fumetti: un’occasione preziosa per raccontare con il mio linguaggio preferito, il fumetto, un contesto complesso e doloroso che purtroppo passa troppo spesso sotto silenzio.
Claudio Calia

Dal 7 dicembre in libreria.

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L’America del cinese numero zero

Nuova apparizione su La lettura del Corriere della sera per il duo Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, autori di Primavere e Autunni e Chinamen. Due pagine e un breve cartone animato per ripercorrere la storia di Quimbo Appo, il “cinese numero zero” di New York.

Per l’occasione, una breve intervista per il nostro blog.

Eccovi di nuovo a parlare di immigrazione cinese a fumetti, davvero credevo che dopo Chinamen aveste fatto il pieno..!

Certo, Chinamen è stato una grande fatica, ma anche un grandissimo risultato. Ancora oggi non esiste niente del genere dedicato alla storia dei Cinesi in Italia. Ma la vicenda di Quimbo Appo è tutta un’altra cosa, l’abbiamo scoperta mentre lavoravamo sulla storia di New York, stavamo studiando il Lower East Side di Manhattan e la sua stratificazione sociale, le enclave etniche: il Ghetto ebraico, Little Italy, Chinatown… e Appo era lì come un bastione, il migrante zero, il primo cinese di New York City.

Quimbo Appo è un Chinaman mezzo cowboy e mezzo dandy, la sua avventura è un coast to coast da San Francisco a New York.

La sua vicenda è diventata una case history nella giurisprudenza americana relativamente alle origini degli scontri razziali a metà Ottocento. Questo ha fatto sì che la documentazione testuale relativa alla vicenda di Appo sia molto ricca: dai giornali dell’epoca, agli atti dei processi, le interviste mentre si trova in carcere, l’autobiografia del figlio…

Ancora una volta era un’occasione per noi di rendere a fumetti i risultati di una ricerca di taglio documentaristico etnografico, contribuire a dar forma ad nuovo immaginario sempre più incipiente, che vede i migranti come componente fondamentale della cultura contemporanea, veri protagonisti delle metropoli della modernità. In questo senso la storia di Quimbo Appo è un pezzo della storia di New York.

So che procedete sempre in maniera molto rigorosa rispetto alle fonti documentali e iconografiche come avete lavorato per ricostruire questa storia di Appo?

Come per i perlari o per il Wu Qiankui di Chinamen, non abbiamo lavorato a partire da fotografie, non ce n’erano! Non abbiamo trovato ritratti fotografici né di Quimbo Appo né di Catherine Fitzpatrick; stiamo infatti parlando dell’America del 1850, prima della guerra civile, prima di Tex! Abbiamo iniziato a ricostruire la fisionomia di Appo basandoci sulle descrizioni che di lui ne facevano i documenti e i giornali, che lo presentavano sempre come un uomo molto bello (rispetto agli altri cinesi): piuttosto alto; elegante; vestito all’occidentale; un “veritable chinamen” che si convertì persino al cristianesimo.

Per la fisionomia del personaggio abbiamo quindi lavorato di fantasia, cercando di restare invece fedeli al contesto e all’ambientazione che ci offrivano la possibilità di attingere dalle fonti.

La storia di Appo ci ha catturato perché è, ancora una volta, la storia di un pioniere. Lui lasciò la Cina prima dei coolies, prima della corsa all’oro; arrivò in California quando ancora San Francisco era territorio messicano e si chiamava Yerba Buena, ed era costituita da un porticciolo protetto nella baia, con pochissimi insediamenti sparsi.

Appo non era cantonese come gli altri Chinamen d’America, lui veniva dal Zhejiang (proprio come i cinesi di casa nostra); era nato a Zhoushan, un piccolo arcipelago di fronte alla città di Ningbo, uno dei “Treaty ports”, quei porti aperti al commercio occidentale dal 1842, dopo le disastrose perdite subite dall’Impero cinese durante le guerre dell’oppio.

Così come Canton, Xiamen, Fuzhou, Ningbo e Shanghai, anche Zhoushan venne conquistata dai commercianti occidentali, ma venne poi scambiata dagli inglesi con Hongkong – ai tempi una povera isola di pescatori – che divenne l’unica colonia della Corona Britannica in terra di Cina.

Appo racconta di essere cresciuto durante i bombardamenti inglesi su Shanghai. Racconta di aver partecipato a viaggi e spedizioni nella Cina interna al seguito dei missionari prussiani. Apparteneva a una famiglia di Compradores, gli agenti di commercio cinesi che lavoravano per le compagnie coloniali occidentali e per queste ragioni ebbe la possibilità di imbarcarsi su un “Clipper Ship”, i velocissimi velieri che tracciavano le rotte commerciali americane. Così giunse nel Nuovo Continente ed iniziò la sua avventura, ma diversamente da come ci si potrebbe aspettare non si unì ai cinesi già presenti sul posto; piuttosto si mescolò con la gente – europei, americani, australiani – cercando di assorbirne non solo i modi, ma soprattutto la lingua.

Quando nel 1848 scoppiò la febbre dell’oro e i cinesi si diressero a nord, sullo Yuba River, Appo andò a sud, nel deserto di Sonora, vero far-west, luogo di fuorilegge e ultima frontiera ancora da esplorare. La città era un campo di minatori vicino al San Joaquin River ed era conosciuta come “la torre di Babele” perché c’erano persone che venivano da tutto il mondo e si parlavano talmente tante lingue…

La presenza di Appo è testimoniata dalle fonti così come il fatto che restò coinvolto nell’uccisione di due messicani e che improvvisamente si diede alla fuga lasciando la California. Le fonti registrano di nuovo la sua presenza a Boston nel 1853.

Se abbia attraversato l’America coast to coast o se abbia invece preso una nave, non è chiaro. Abbiamo studiato i percorsi dell’epoca e ci sembrava verosimile l’ipotesi del “California trail”, la rotta che i migranti percorrevano a piedi e che portava da Jackson – California fino al fiume Missouri. Ancora non esisteva la Transcontinental Railroad, la ferrovia che costruiranno i cinesi e che verrà terminata nel 1869.

A Boston Appo tornò alla sua vocazione iniziale, il commercio. Sicuramente in California aveva messo via un bel gruzzoletto e aveva finalmente i mezzi per aprire un suo negozio di tè. Nel 1855 aprì il suo primo negozio a New York, dove il tè era uno dei prodotti d’importazione più in voga, e poi a New Haven, Connecticut, dove aveva incontrato e sposato una donna irlandese di nome Catherine Fitzpatrick.

Insieme andarono a vivere a New York, Lower East Side Manhattan, Spring St. 50, all’incrocio con Mulberry St., dove Appo aveva un anche magazzino. Quello era il cuore pulsante della New York multietnica!

Ebbero un figlio e una figlia: la figlia morì ancora infante; il figlio, nato il 4 luglio 1856, venne chiamato George Washington Appo.

La nostra narrazione a fumetti e l’animazione si fermano qui, quando Appo è ancora un uomo d’onore e d’affari e il suo processo-progetto d’integrazione sta andando alla grande. Era un esempio per tutti e riscuoteva grandi riconoscimenti. Ma come abbiamo scritto su La Lettura la sua storia è una parabola e subirà una caduta tragica e improvvisa.

Parliamo un attimo dell’animazione, come vi è venuta l’idea? 

Mah… non è che proprio ci sia venuta l’idea. Fa piuttosto parte del nostro modo di lavorare e di essere. Il video ci ha sempre accompagnato e dopo l’esperienza di Chinamen, abbiamo sempre più voglia di cimentarci con piccole e semplici animazioni che arricchiscano la narrazione. E poi La Lettura non aveva ancora mai avuto la sua video novel, realizzata esclusivamente con i disegni della graphic novel, non uno di più. Chi lo sa, magari in futuro potrebbe diventare un format, ma il punto vero è che questa mini-novel su Quimbo Appo si potrebbe considerare a tutti gli effetti una costola di Chinamen, una specie di spin-off o un mini-prequel…

E’ stato proprio studiando la storia della vecchia Chinatown di San Francisco che abbiamo visto usare per la prima volta il termine “Chinamen”, quindi la mini-novel su Quimbo Appo si configura proprio come un apparato di approfondimento, in un certo senso tocca molti punti derivativi di Chinamen, legati alla mitografia della diaspora cinese e dei suoi nuovi eroi, “I mercanti”. Era un mercante WuLishan, protagonista di Primavere &Autunni, erano mercanti i venditori ambulanti di perle false di Chinamen ed è stato un mercante Mario Tschang, il primo figlio della comunità cinese di Milano.

In Cina l’ideologia ufficiale confuciana stabiliva molte restrizioni per i mercanti e la loro classe. Si credeva che una classe dedita al guadagno materiale potesse minare le basi dell’equilibrio sociale. Fuori dalla Cina, questi mercanti trovarono più libertà d’azione e meno tasse. Gli immigrati cinesi in America venivano per lo più da Canton e il viaggio verso San Francisco – “Gamsan” in cantonese – la montagna dorata – era drammatico poiché l’impero dei Qing puniva con la morte per decapitazione chi veniva sorpreso nell’atto di lasciare il paese.

Nel 1860 i cinesi immigrati negli Stati Uniti (quasi tutti nelle regioni occidentali) erano 35.000, registrati come residenti temporanei di sesso maschile (male sojourners). Avevano lasciato la Cina nella speranza di mettere da parte una fortuna per poi fare ritorno in patria.

Gli americani furono intolleranti nei confronti dei cinesi sin da subito, ma i cinesi erano lavoratori di prim’ordine e seppero guadagnarsi il rispetto degli abitanti di San Francisco che stava diventando la prima città portuale della costa occidentale.

Parlare di Chinamen significa quindi parlare di Chinatown, “They were funky Chinamen from funky Chinatown…”, ed questo ciò che ci interessa indagare: il significato profondo della presenza cinese nelle nostre città e nel nostro immaginario. Ci stiamo lavorando sin dai tempi di Primavere&Autunni, ricostruendo le origini degli insediamenti cinesi nel quartiere di “Porta Volta”, storica Chinatown meneghina; con Quimbo Appo raccontiamo invece le origini della Chinatown di New York e la sua importanza nel formarsi della cultura americana contemporanea.

Come avete reagito alla notizia che Chinamen era stato selezionato per il premio Gran Guinigi al Lucca Comics&Games?

A dire la verità ce l’ha comunicato Matteo Mastragostino, autore BeccoGiallo. Se non fosse stato per lui non l’avremmo neanche saputo.

Ma è di sicuro un grande riconoscimento, che per di più veniva dal gotha dei fumettologi italiani. Il nostro lavoro, sin dall’inizio, ha avuto un forte riscontro presso le università e le istituzioni dove è stato percepito per il suo valore storico e sociologico, ma non era ancora stato preso in considerazione come graphic novel in senso stretto. Essere nella selezione per il Gran Guinigi insieme ad Alan Moore, Warren Ellis, Roi e gli altri… beh, è stato gratificante, anche perché dietro Chinamen c’è stato un gran lavoro e che venisse considerato degno del più prestigioso premio italiano assegnato ad un’opera a fumetti beh, è stata una conferma.

Chinamen è un progetto molto complesso e articolato, che ha visto coinvolti promotori istituzionali e privati: è stato un progetto di arte pubblica nelle strade del quartiere di Paolo Sarpi a Milano, una mostra allestita al Mudec, un documentario a disegni animati… ma questa volta veniva premiato proprio il fumetto “Chinamen” che, a fronte di tutte le fatiche affrontate, resta il vero cuore dell’intero progetto. Un libro unico, un graphic essay di taglio documentaristico etnografico e nello stesso tempo il catalogo di una mostra che per la prima volta, con testi critici e apparati iconografici, ha ricostruito la storia di un secolo di presenza cinese a Milano e in Italia.

Insomma, un fumetto serio, molto diverso dal solito, che si è trasfigurato da subito in un cartone animato gemello di più veloce consultazione. Ma è il fumetto lo strumento di divulgazione popolare fondamentale; attraversa gli ambienti culturali più disparati – dalle Università agli oratori, dai centri sociali alle fiere del libro – ne ha viste di presentazioni la nostra storia dell’immigrazione cinese a fumetti! Sono tre anni che non ci fermiamo.

A proposito, so che proprio in questi giorni state partecipando ad un progetto di BookcityScuole che vi vede impegnati in 5 istituti, della scuola primaria e secondaria di Milano, per raccontare il vostro Chinamen ai bambini. Dopo tanti atenei, com’è parlare ai più piccoli?

Insieme alla cooperativa Codici e all’ufficio Reti di cooperazione interculturale del Comune di Milano stiamo partecipando a un progetto di BookCityScuole 2017/2018 che promuove la lettura in città. Attraverso la lettura di Chinamen queste scuole affronteranno un percorso di educazione alla convivenza e conoscenza della presenza cinese a Milano.

E’ un grande onore per noi partecipare a progetti del genere, ma sicuramente è anche molto difficile. Chinamen infatti, è un progetto pensato sin dall’inizio per adulti, con una certa densità storica e sociologica. E’ proprio per questo che siamo stati nelle università, perché approfondiva argomenti che di solito sono della ricerca. Ora ci troviamo fronte dei bambini di otto, nove anni che la storia hanno appena iniziato a studiarla e non hanno ancora tutti gli strumenti affrontare il contesto che faceva da cornice alla vicenda dei primi cinesi in Italia. Abbiamo quindi semplificato, lavorando sugli aspetti più simbolici ed artistici di Chinamen, condividendo con gli studenti e le loro insegnanti delle tracce grafiche da cui partire e che saranno poi elaborate dai ragazzi in classe.

Nelle scuole medie invece, si può affrontare anche l’aspetto più narrativo di Chinamen e la storia della presenza cinese in città, lavorare sulle mappe degli insediamenti nel quartiere Canonica-Sarpi o su quelle dei villaggi di provenienza di questi immigrati.

Sarà una bella sfida per il fumetto di realtà; abbiamo voluto occuparci di cose serie? Questi sono i risultati, raccontare queste storie, attraverso il fumetto, al pubblico più vario che ci sia.

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BeccoGiallo a Lucca Comics & Games 2017

Tempo di Lucca Comics & Games, e mai come quest’anno possiamo dire… siamo pronti!
Sono tante le novità che presenteremo allo stand Nap132 nel Padiglione Napoleone della fiera lucchese, e ancora di più gli ospiti che saranno a disposizione per dedicare i nostri libri!

Partiamo con ordine, elencando le novità che troverete in anteprima:

Organizzati! Con Sarah’s Scribbles
Agenda 16 mesi settimanale/mensile
di Sarah Andersen
Tiratura limitata 500 copie

In esclusiva a Lucca Comics & Games con l’autrice Sarah Andersen

Heart & Brain
di Nick Seluk

The Awkward Yeti è stato creato dal vignettista Nick Seluk verso la fine del 2012, seguito dallo spin-off Heart and Brain nel 2014. Heart and Brain e un gruppetto sempre più nutrito di organi si trovano sul sito theAwkwardYeti.com e su gran parte dei social network.

In libreria dal 16 novembre, anteprima a Lucca Comics & Games con l’autore Nick Seluk

Allen Meyer
di Paolo Castaldi

Liberamente ispirato al disco Le piromani (Libellula Music/Audioglobe) del cantautore milanese Teo Manzo, il volume, opera di uno dei più talentuosi autori italiani, inaugura la collana di fumetti di finzione targata BeccoGiallo e chiamata Rami, diretta dall’autrice italiana Alice Milani.

In libreria dal 9 novembre, anteprima a Lucca Comics & Games con l’autore Paolo Castaldi

Il piccolo mondo di Liz Climo
di Liz Climo

Un piccolo mondo in cui si incontrano dinosauri, orsi, conigli, squali e bradipi. Un piccolo mondo disegnato con delicatezza e irresistibilmente divertente. Un piccolo mondo per i grandi che non hanno dimenticato la loro anima infantile. Il piccolo mondo di Liz Climo, disegnatrice dei Simpson, è un adorabile capolavoro di ironia pronto a farti ridere!

In libreria dal 2 novembre, anteprima a Lucca Comics & Games

Il mio Salinger
di Valentina Grande e Eva Rossetti

La Seconda Guerra Mondiale, un disturbo post traumatico da stress, la Germania, l’amore e un matrimonio di otto mesi: prima di diventare l’acclamato autore del romanzo Il giovane Holden, J.D. Salinger era Jerome, sergente americano in un’Europa piena di ferite aperte, innamorato di Sylvia Welter, giovane dottoressa tedesca dal passato oscuro, forse legato al Nazismo.

In libreria dal 2 novembre, anteprima a Lucca Comics & Games

Adele Crudele – Tutto questo finirà male
di Mr Tan e Miss Prickly

Adele Crudele – L’inferno sono gli altri
di Mr Tan e Miss Prickly

Adele è tremenda, impertinente, ma anche molto, molto divertente… Alcune delle sue attività preferite? Condurre esperimenti scientifici sul suo gatto, spezzare il cuore al suo spasimante Geoffroy, tenere impegnati i propri genitori, che senza di lei passerebbero il tempo rilassati, a mangiare verdure e lavorare…

In libreria dal 16 novembre, anteprima a Lucca Comics & Games


27 autori ospiti che passeranno per lo stand!
Ecco il calendario delle presenze, perché possiate organizzarvi per ottenere le dediche che preferite:


Quattro incontri con i libri BeccoGiallo!
Da Il mio Salinger a Sinai – La terra illuminata dalla luna, dai racconti a fumetti sui migranti alle emozioni nelle vignette di Sarah Andersen e Nick Seluk fino a Rami, la nuova collana di fumetti di finzione diretta da Alice Milani.


Vuoi sottoporre i tuoi lavori a BeccoGiallo?
Gli appuntamenti per te sono due:

Il 2 novembre alle ore 14:00 con Alice Milani per la nuova collana di fumetti di finzione Rami
Il 4 novembre alle ore 13:30 con  Federico Zaghis per progetti di Graphic Journalism

entrambi all’Area Pro presso il Centro Agorà.

Questo è tutto. Che dite, ci vediamo a Lucca Comics & Games 2017 ;-) ?

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“Marie Curie” e “L’ecologia spiegata ai bambini” – Dal 21 settembre in libreria

Il ritratto di una donna straordinaria, fra le scienziate più importanti di sempre. Quando arrivò a Parigi e si iscrisse alla Sorbona, Maria Skłodowska aveva già 24 anni.
In Polonia aveva dovuto lavorare come governante per mettere da parte i soldi necessari a intraprendere gli studi in scienze fisiche. Il nome con cui divenne famosa è quello del marito Pierre Curie, che la aiutò nelle ricerche su una sostanza sconosciuta che aveva proprietà assai curiose: emetteva energia, luce e calore. Era l’alba della fisica nucleare, ma anche l’inizio dell’era delle donne nel mondo della scienza. Dopo la morte improvvisa di Pierre, Marie portò avanti la sua carriera, fin troppo brillante e indipendente, scontrandosi con la mentalità conservatrice
dell’Europa del primo Novecento.

Marie Curie
di Alice Milani
dal 21 settembre in libreria

La volpe Sandy sentiva che qualcosa, nel suo piccolo mondo, non andava per il verso giusto. Ma solo grazie al pellicano Ettore si accorse che attorno a lei le foreste venivano abbattute senza sosta, gli incendi divoravano l’erba, i ghiacciai si scioglievano e la barriera corallina ormai stava scomparendo. La situazione era critica, ma qualcosa poteva ancora essere fatto…
Questo libro è uno strumento per cominciare a parlare di sostenibilità e tutela del pianeta con i più piccoli.

L’ecologia spiegata ai bambini
di Marco Rizzo e La3am
dal 21 settembre in libreria

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L’ecologia spiegata ai bambini – Intervista a Marco Rizzo e La Tram

In occasione della prossima uscita de L’ecologia spiegata ai bambini di Marco Rizzo e La Tram abbiamo pensato di rivolgere due domande agli autori per presentarci la loro nuova creazione. Il librò sarà in libreria a partire dal 21 settembre. Entrambi gli autori saranno ospiti del nostro stand presso il Treviso Comic Book Festival.

Marco, questo è il terzo libro della tua ideale “collana nella collana” ospitata dal marchio CriticalKids di BeccoGiallo. Dopo la mafia e l’immigrazione è arrivato il momento dell’Ecologia spiegata ai bambini. Prima di tutto: c’è un filo comune, secondo te, che tesse insieme questi tre argomenti? Quale?

Marco Rizzo: Credo che alla base ci sia il tema del rispetto della società, di noi stessi, della rete che costruiamo vivendo ogni giorno insieme agli altri. Sono libri che vogliono dare speranza a chi rifiuta i soprusi, le arroganze e tutte le storture della mentalità mafiosa, che vogliono ricordare che va rispettato e aiutato chi fugge dal proprio paese in cerca di una vita migliore, che il nostro pianeta va trattato con intelligenza, cura e attenzione, per vivere tutti meglio, insieme. Forse, sintetizzando, sono libri legati all’unico grande tema della libertà: libertà dalla mafia e dall’intolleranza, libertà di vivere in un mondo migliore.

I protagonisti di tutti e tre i libri sono animali, più o meno antropomorfi. Ora è il turno della volpe Sandy di raccontarci il suo punto di vista sulla realtà. Vuoi spiegare ai lettori perché questa scelta di punto di vista?

MR: Abito in un territorio puntualmente martoriato dagli incendi e ogni tanto mi trovo a pensare a quanti animali muoiono atrocemente tra le fiamme. Vedo il mare che mi circonda ogni giorno più inquinato e le spiagge dove andavo da bambino sporcarsi oggi di pece e plastica. Amo gli animali, penso condividano l’ingenua e bellissima innocenza dei bambini nel loro modo di interpretare il mondo, e sono ambasciatori di purezza, e penso che siano le prime vittime, spesso anche in termini temporali, delle nostre azioni. Di certo, sono vittime inconsapevoli e innocenti. Ho pensato a una volpe, Sandy, perché sono animali che sempre più spesso troviamo nelle nostre città: i confini tra natura e palazzi sono sempre più sottili e le volpi non rubano più il cibo nelle fattorie: rovistano nei cassonetti nelle nostre strade. Il Pellicano Ettore, che l’accompagna, è un animale buffo e maestoso allo stesso tempo: offre a Sandy e ai lettori uno sguardo un po’ più esperto. Insieme incontreranno altri animali, ognuno con il suo punto di vista e ognuno a modo suo vittima dei tanti danni che stiamo causando al pianeta.

La Tram, i primi due volumi di questa ideale “collana nella collana” sono stati illustrati da Lelio Bonaccorso. Hai considerato il suo lavoro nell’approcciarti a questo libro?

La Tram: Ho cercato di non considerarlo quanto la mia ansia da prestazione richiedeva, in realtá! Lelio è uno dei miei disegnatori preferiti da quando ho letto il suo fumetto su Peppino Impastato (scritto sempre da Marco e edito sempre da Beccogiallo). Ho cercato di superare questa soggezione iniziale, dovuta anche al fatto che Lelio e Marco lavorano da anni insieme, concentrandomi sui due personaggi principali della storia, la volpe e il pellicano, che di contro sentivo molto nelle mie corde, molto “miei”.

Rispetto a tuoi precedenti lavori, come hai lavorato per dare corpo e sostanza alle suggestioni di Marco? Che pubblico ti sei immaginata, mentre facevi le tue scelte e i tuoi disegni?

LT: Mentre realizzavo i character dei personaggi leggevo le indicazioni di Marco e provavo a immaginarmelo che mi raccontava tutto con la sua voce, con i suoi gesti, cercavo di vestire i personaggi col suo carattere per comprendere le motivazioni di quelle scelte. Poi ci ho messo del mio. Cercavo forme tondeggianti e rassicuranti, ma non banali: i bambini hanno capacitá di comprensione molto al di sopra di ciò che spesso gli adulti immaginano, semplificando tutto al massimo, per loro. Mi sono immaginata un pubblico di bambini curiosi e “critici”… dei critical kids :)

L’ecologia spiegata ai bambini, di Marco Rizzo e La Tram, vi aspetta in libreria a partire dal 21 settembre!

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“Fedele alla linea”, dal 14 settembre in libreria

Fedele alla linea
Il mondo raccontato dal Graphic Journalism
di Gianluca Costantini

Sappiamo ricordare il presente? Sembra che tutto passi, senza lasciare neanche una traccia. E per non perdersi nel bosco del passato prossimo, che è anche artefice del nostro futuro, Gianluca Costantini traccia linee che raccontano il reale. Si tratta di Graphic Journalism, che spazia dal reportage all’articolo di commento su argomenti nazionali e internazionali.
Dalla zanzara Zika a Putin, dall’ascesa dei grillini a Parma agli attentatori di Charlie Hebdo, la matita di Costantini cartografa in modo puntuale e senza interferenze gli eventi. Una geografia delle vite, che è appunto una scienza che nasce disegnando il mondo.
Pubblicate in riviste internazionali, quotidiani, blog, condivise dagli attivisti per i diritti umani, le storie del disegnatore e attivista ci permettono di ricomporre un mosaico frantumato, rimanendo appunto “fedeli alla linea”.

Fedele alla Linea – Claudio Calia intervista Gianluca Costantini al Lunatico Festival di Trieste, sabato 9 settembre 2017

Fedele alla linea
di Gianluca Costantini
Prefazione: Luigi Spinola
Postfazione: Daniele Barbieri
Testi introduttivi: Elettra Stamboulis
Contributi: Allan Antliff, Laura Silvia Battaglia, Lara Crinò, Carlo Gubitosa, Gabriella Jacomella, Tahar Lamri, Maurizio Maggiani, Igiaba Scego, Elettra Stamboulis, Alberto Tetta, Francesca Tosarelli.
Brossura con alette
312 pp bn e colore
Dal 14 settembre in libreria!

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