Archive for aprile, 2011

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Chernobyl giveaway: regolamento e calendario

È da oggi disponibile nelle librerie e nelle fumetterie italiane la nuova edizione di “Chernobyl, di cosa sono fatte le nuvole” di Paolo Parisi, uno dei più importanti lavori di BeccoGiallo, riproposto in occasione del venticinquesimo anniversario e di grande attualità per altri ben noti motivi.

Vista l’importanza dell’idea alla base di questo libro, abbiamo pensato di dare il nostro contributo alla sua diffusione anche in modo inusuale. Diamo infatti oggi il via al primo giveaway di BeccoGiallo, che si concluderà proprio il 26 aprile (anniversario dell’incidente) e regalerà ai sette partecipanti più fortunati una copia dell’opera.

Come partecipare? Vi chiediamo solo di riflettere sul tema dell’energia nucleare e condividere con la vostra partecipazione il nostro no al nucleare. Più nel concreto, eccovi modalità di partecipazione e regolamento relativi alle due piattaforme protagoniste del giveaway, Facebook e Twitter. Partecipate numerosi e spargete la voce:

Regolamento Facebook

Ogni giorno, dal 21 al 25 aprile, posteremo nella nostra Pagina Facebook una foto relativa a Chernobyl e al nucleare, contrassegnata dalla dicitura “Chernobyl Giveaway”.
Per partecipare non dovrete fare altro che diventare fan della Pagina di BeccoGiallo e taggarvi nelle foto, anche per più giorni, aumentando le possibilità di vincere.
Il 26 aprile, venticinquesimo anniversario dell’incidente, verranno estratti a sorte 5 nomi tra tutti i taggati, che riceveranno 5 copie di “Chernobyl, di cosa sono fatte le nuvole”.

Regolamento Twitter

BeccoGiallo mette in palio due copie di “Chernobyl, di cosa sono fatte le nuvole” per gli utenti di Twitter. Per partecipare segui @Becco_Giallo e twitta:

“Partecipo al #giveaway @Becco_Giallo: dico no al #nucleare, sì alle fonti energetiche pulite e rinnovabili. Regolamento: http://goo.gl/jBaPu”

I tweet validi saranno quelli postati dal 20 al 25 aprile. Il 26, venticinquesimo anniversario dell’incidente, verranno estratti a sorte due partecipanti che riceveranno le copie messe in palio.

Calendario

20/04 – Uscita del libro, inizio del contest su Twitter
21/04 – Inizio del contest su Facebook con la prima foto
22/04 – Seconda foto su Facebook
23/04 – Terza foto su Facebook
24/04 – Quarta foto su Facebook
25/04 – Quinta foto e termine del contest
26/04 – Anniversario Chernobyl e proclamazione dei vincitori

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Ventennale Moby Prince, la testimonianza di Vivaldo

Andrea Vivaldo, autore di Moby Prince, la notte dei fuochi, ha presenziato domenica scorsa alle celebrazioni del ventesimo anniversario della tragedia del Moby Prince, a Livorno. Gli abbiamo fatto qualche domanda per avere una testimonianza diretta della manifestazione, per fare il punto della situazione e capire lo stato d’animo dei presenti.

Cosa ti ha colpito in modo particolare durante il fine settimana di eventi dedicati alla memoria della tragedia?

Mi ha colpito molto lo spettacolo teatrale Moby 451 la sera della vigilia, in cui venivano mescolati momenti di pathos ad altri di carattere quasi documentaristico. Lo spettacolo è iniziato nel foyer del teatro con il cantautore milanese Pietro Coccioli che ha eseguito la sua canzone “L’ultimo viaggio del Moby Prince“. Si è trattato di una serata molto emozionante, quasi una veglia. Erano presenti anche alcuni parenti delle vittime arrivati da diverse parti della penisola.

Un altro momento importante è arrivato la mattina dopo, quando si è tenuta una conferenza stampa aperta a tutti, in cui l’associazione dei parenti delle vittime ospitava coloro che avevano deciso di occuparsi, con vari mezzi, del caso Moby Prince. Chi con il teatro, chi con la musica, chi scrivendo saggi, inchieste o raccontandolo in forma di romanzo o fumetto.
Luchino Chessa, figlio del capitano del Moby Prince, copresidente dell’associazione 10 aprile – vittime del Moby Prince, guardando nella direzione dei vari autori intervenuti, tra cui mi trovavo io, ha detto ai giornalisti: “In questi vent’anni di conferenze stampa ne abbiamo fatte molte. Questa è la prima volta che noi parenti delle vittime non siamo soli“.
Anche questo è stato un momento davvero emozionante.

Un’inchiesta lunga vent’anni… A quali conclusioni ha portato? Qual è l’opinione attuale dei parenti delle vittime?

In vent’anni le conclusioni (di due processi) solo state quelle che poche ore dopo l’incidente riportavano le autorità militari del porto e i politici. In pratica tutto il lavoro investigativo di vent’anni non è stato considerato. È questa la triste novità rispetto ai casi analoghi (come il caso Ustica, ad esempio): non solo spariscono alcune prove e altre vengono manomesse, ma si negano, non considerandole, prove certe e lampanti portate in un’aula di tribunale e registrate agli atti. Questa è la storia del Moby Prince: reiterando le bugie e affossando le verità si riescono a sostituire le une con le altre e questa precisa intenzione è iniziata subito dopo l’incidente e continua ancora adesso, basti notare lo scarsissimo interesse che gli organi d’informazione nazionale hanno dato all’anniversario.

Tra i parenti delle vittime, c’è un coraggioso gruppo, quelli riuniti nell’Associazione 10 Aprile, che non vuole darsi per vinto e sta riesaminando una mole enorme di dichiarazioni processuali e di perizie, cercando di mettervi ordine e trovare una via per riaprire le indagini. Ci sono troppi aspetti della vicenda che non sono stati presi in considerazione.

“E”, il mensile di Emergency, ha dato spazio a Moby Prince ospitando alcune tavole del tuo lavoro nel primo numero, uscito nella settimana che ha portato all’anniversario…

Sì, è stata una bella sorpresa anche per i parenti delle vittime. Il loro scopo è che si tenga vivo il ricordo della vicenda, che ne se parli, che venga storicizzata e che si arrivi alla verità. Il nostro fumetto, così come l’editore BeccoGiallo vuole per tutte le sue uscite, è pubblicato in licenza Creative Commons, e quindi è permesso l’utilizzo, la riproduzione e la diffusione, parziale o totale, del nostro lavoro con lo scopo di diffondere la conoscenza. Che se ne parli, quindi. Che non si affossino le verità e non si tappi la bocca di chi continua a chiedere giustizia.

Continuerai a muoverti in prima persona per far conoscere questa vicenda? Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Il gruppo teatrale Associazione Muse adesso inizierà a portare in tourné lo spettacolo che ha avuto la sua prima a Livorno, e diffonderà, assieme ad altro materiale sul Moby Prince, il mio libro (stiamo organizzando anche momenti di incontro in concomitanza con alcune date dello spettacolo nel nord Italia).
Poi, seguendo l’eco dell’anniversario, mi sto preparando ad alcuni incontri tra cui uno a Terni il 30 aprile ed uno a Milano, in cui saranno presenti lo scrittore Enrico Fedrighini e il giudice Guido Salvini.

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La sentenza Thyssenkrupp

“È stato sulla linea 5 che la notte del 6 dicembre 2007 un’onda di fuoco ha avvolto e carbonizzato l’esistenza di Antonio Schiavone, il primo a morire, 36 anni e tre figli piccoli; Roberto Scola, 32 anni; Bruno Santino, 26 anni; Angelo Laurino, 43 anni; Rosario Rodinò, 26 anni; Giuseppe De Masi, 26 anni, e il loro capoturno Rocco Marzo, 54 anni.
L’intera squadra del turno di notte cancellata, tranne Antonio Boccuzzi, salvatosi miracolosamente perché nell’istante del flash fire stava cercando di collegare una manichetta ad un serbatoio d’acqua. Si trovava dietro un muletto che lo protesse dal fuoco.”

“Quarantadue minuti per leggere la sentenza, le nove di sera, dopo i tg: «La seconda Corte d’Assise condanna Harald Espenhahn per omicidio volontario con dolo eventuale». Il presidente Maria Iannibelli pronuncia nel più assoluto silenzio i nomi degli altri imputati in un’aula strabordante di toghe, giornalisti, telecamere e soprattutto parenti e colleghi delle sette vittime della ThyssenKrupp di Torino. Ci sono più di quattrocento persone incollate alla sua voce: «Condanna Gerard Priegnitz a 13 anni e 6 mesi…».”

Questi che vi riportiamo sono stralci di un articolo apparso sul sito http://www.legamidacciaio.it che mantiene viva la memoria dell’orrendo incidente accaduto presso la Thyssenkrupp di Torino, dove morirono bruciati 7 operai. È di pochi giorni fa, venerdì 14, la sentenza di condanna per le responsabilità della mancata sicurezza e della consapevolezza del rischio di gravi incidenti per i lavoratori nello stabilimento torinese.

Una sentenza che speriamo possa diventare punto di riferimento, “un monito per le imprese” come ha dichiarato il procuratore Guariniello. Perché non si muoia più di lavoro, perché non si metta più al primo posto il profitto.
Il nostro piccolo contributo a questa tematica importantissima è racchiuso in “ThyssenKrupp, morti speciali S.p.a.“, ed approfittiamo per ringraziare in questa occasione gli autori Alessandro Di Virgilio e Manuel De Carli per il loro impegno e la loro sensibilità.

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disegno di Gianluca Costantini

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È uscito “E”, il nuovo mensile di Emergency

Abbiamo iniziato a parlarvene qualche mese fa, e finalmente (questo mercoledì) è uscito in edicola. Parliamo di “E“, neonato mensile di Emergency, ambizioso e quanto mai necessario progetto editoriale che ci ha catturati da subito, sia per le tematiche trattate sia per la qualità delle penne coinvolte.

La rivista, diretta da Gianni Mura e Gino Strada, si presenta in un formato particolarmente ampio, a esaltare le bellissime fotografie raccolte da tutto il mondo (nella più tipica tradizione Peacereporter) e anche le tavole disegnate dal nostro Vivaldo, pubblicate a tutta pagina in occasione ventennale dalla tragedia del Moby Prince.

Tra i nostri autori coinvolti figura anche Paolo Castaldi (che ha scritto e disegnato “Etenesh“), con un’illustrazione tristemente cinica a corredo di un pezzo firmato Gianni Mura: “La vita non è un racket”.

Si tratta di un prodotto coraggioso, pensato per chi è “stanco di farsela raccontare”, come recita lo slogan del giornale. A corredo del grande lavoro sui contenuti, “E” è stampato su carta certificata PEFC, ottenuta da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate, come facciamo da qualche tempo anche noi per le nostre pubblicazioni con lo standard FSC.

Siamo curiosi di sapere come vi sembra la rivista, dopo le prime impressioni già raccolte su Facebook e Twitter, in particolare riguardo la nostra partecipazione al progetto. Come sempre, accettiamo consigli, critiche e anche, perché no, qualche complimento!

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Bologna Children’s Book Fair: la nostra prima volta (da espositore)

Prima del progetto “Critical Kids“, BeccoGiallo non si era mai occupata di editoria per bambini. La fiera del libro per ragazzi di Bologna era sempre stata occasione preziosa per incontrare colleghi di lavoro stranieri, autori e collaboratori sparsi per l’Italia, oltre che valido motivo per curiosare tra gli stand più belli e le novità editoriali più interessanti provenienti da ogni parte del mondo (non è un modo di dire).
Con “Altreparole“, libro-manifesto della nuova collana BeccoGiallo pensata per i ragazzi, abbiamo finalmente partecipato alla fiera con una prospettiva un po’ diversa.

Da lunedì a giovedì il nostro piccolo stand (reduce dalla ormai consueta trasferta milanese di “Fa’ la cosa giusta“, che consigliamo davvero a tutti) è migrato in Emilia per accogliere autori, illustratori, editori, insegnanti, librai, responsabili di biblioteche, educatori. Abbiamo raccolto un gran numero di idee per la neonata collana, oltre a una serie di feedback interessanti (per fortuna positivi!) sul progetto “Altreparole“, che è piaciuto a ogni latitudine, da San Francisco alla Corea del Sud.

Un pensiero speciale per l’insegnante svizzera che ci ha raccontato del suo amore per Peppino Impastato, fatto leggere e discusso in classe (un fumetto!) ai suoi alunni per stimolare i più pigri alla lettura.
A lei, e a tutti coloro che ci hanno salutati e incoraggiati in questi giorni, diciamo grazie.

Vi lasciamo con l’album fotografico dedicato alla fiera su Flickr e un arrivederci alla prossima manifestazione: ci si vede a Napoli, per il Comicon, a partire dal 29 di aprile.