Alcune pagine del nostro libro su Anna Politkovskaja nel primo numero di "E" in edicola il 6 aprile prossimo
Abbiamo incontrato Angelo Miotto e Federico Minnini, Caporedattore e Direttore Artistico di “E“, la nuova rivista di Emergency diretta da Gianni Mura e Gino Strada, a Padova (di solito tocca andare a Milano), in una tarda e ghiacciata mattina d’inverno, perfetta da sciogliere a colpi di calice sotto al Salone.
Ci ha colpiti il loro entusiasmo, sincero e composto. Forse si chiama semplicemente umiltà, quella di chi sa ciò che ha fatto (un sacco di cose, davvero) ma insieme intravede pericoli e limiti che ogni progetto ambizioso porta con sé.
E sono bastate un paio di ore, la sensazione precisa di parlare la medesima lingua, quella di chi considera l’impostazione etica del suo lavorare come parte fondante di ogni progetto, qualunque esso sia, di chi pensa che per chiedere più etica e responsabilità a chi ci governa sia necessario prima dare l’esempio, a partire dal proprio lavoro.
Poi, una semplice e salda stretta di mano: accettiamo volentieri, proveremo ad aiutare il progetto “E”.
“Due aggettivi, bello e utile”. Così Gianni Mura dipinge il giornale che verrà. E noi cercheremo, insieme ai nostri autori, di scovare nuove storie coraggiose abbandonate in questa Italia maltrattata. Storie necessarie, che vale la pena di conoscere, che per bieca convenienza di pochi non vengono più raccontate.
“In questo Paese succedono cose drammatiche e disgustose, si è abbandonata la cultura della civiltà. Mi è sembrato doveroso fare qualcosa,” dice Gino Strada. Cercheremo di fare del nostro meglio, come abbiamo cercato di fare con i nostri libri sinora: ci sono davvero troppi italiani che sono stanchi di farsela raccontare, e noi siamo tra questi.
Intanto, potete visitare il sito dedicato al mensile “E”: www.e-ilmensile.it
Oppure, leggere l’intervista fatta da “la Repubblica” a Gino Strada e Gianni Mura su questa nuova iniziativa editoriale: Storie, viaggi, lavoro il nostro sguardo sul mondo.
“la sensazione precisa di parlare la medesima lingua, quella di chi considera l’impostazione etica del suo lavorare come parte fondante di ogni progetto, qualunque esso sia, di chi pensa che per chiedere più etica e responsabilità a chi ci governa sia necessario prima dare l’esempio, a partire dal proprio lavoro.”
Questa frase vale, da sola, più di mille altre spiegazioni, e credo sia la colonna portante di questo progetto e dei progetti BeccoGiallo