Il prossimo capitolo sta venendo fuori, lento ma inesorabile. Quasi come preparare del caffè vietnamita, che esce goccia dopo goccia, in un processo impossibile da velocizzare.
Da autrice di fumetti, parole e immagini sono ugualmente importanti per me. Le parole possono essere simboli che evocano flussi di immagini, e le immagini possono raccontare intere storie in pochi tratti. È raro che nella mia mente ci siano momenti in cui mi trovo a scegliere tra le due cose. La loro separazione nei miei lavori di solito mi sembra segno di incompletezza, non mi soddisfa.
Lavorando su Snapshots, una delle difficoltà tecniche per me è stata il trasferire digitalmente la mia scrittura manuale. Anche se disegnare su un tablet Wacom funziona, con gli occhi che guardano lo schermo e la mano che va da sola, per qualche motivo lo stesso non si può dire della scrittura. Scrivere su carta ha un certo ritmo, una sua dimensione. Le mani e gli occhi si rincorrono sul foglio. Sul Wacom non riesco ad ottenere lo stesso effetto. Il flusso si interrompe, e rimango perplessa del risultato. Ho provato diversi approcci, ma la cosa davvero non funziona. Cercando una soluzione su internet ho trovato il Wacom Inkling, una penna digitale che permette di scrivere e disegnare su carta, registrando nel mentre movimenti e pressione del tratto. Questo mi permette finalmente di scrivere la pagina nel suo layout originale, in maniera naturale, e importarla poi in digitale, adattando il risultato come preferisco. Per ora tutto bene con questo metodo!
E con questo vi saluto, cari lettori, anche perché il caffè vietnamita è finalmente pronto. Alla prossima!