Festival Galileiano 2012

Qualche settimana fa abbiamo ricevuto via mail un invito un po’ particolare. Si trattava di portare un po’ di BeccoGiallo (testimonianze, storie, filosofia, etica) in una scuola superiore di Verona. A volte ci capita, e rispondiamo presenti sempre con piacere. Stavolta però non si trattava di una lezione canonica o un seminario dedicato, ma di dare un contributo libero e attivo alla due giorni di un festival autogestito particolarmente “illuminato”, che vi facciamo raccontare direttamente dal rappresentante d’istituto del Liceo Scientifico Galilei, Lorenzo Sfragara, che ci ha voluti della partita:

Il Festival Galileiano vuole essere la possibilità concreta dello studente di vivere la scuola in un modo alternativo ma altrettanto valido. L’idea si fonda sul concetto di “meeting”, ovvero sulla possibilità di trovare nella struttura scolastica una pluralità di eventi, attività, incontri e conferenze di diversi ambiti e tematiche (beni comuni, musica, violenza sulle donne, poesia, mercato equo e solidale, editoria, ambiente). È un momento pensato perché lo studente si possa confrontare in prima persona e sotto la sua responsabilità con la realtà, volto all’arricchimento personale e di gruppo, senza però limitare lo spirito di divertimento e la leggerezza che contraddistingue da sempre il nostro liceo. Partendo da queste premesse, riportate anche nel volantino che abbiamo distribuito per promuovere l’iniziativa, abbiamo iniziato un percorso che ci ha portati dalle discussioni preliminari di gennaio con il Consiglio d’Istituto all’approvazione finale e alla realizzazione del Festival. Abbiamo unito tutte le nostre forze disponibili nell’obiettivo di costruire un evento unico, per dimostrare a noi stessi che la scuola è un posto Bello e ai professori che gli studenti amano la scuola, se affrontata in un certo modo. Siamo stati supportati da Asi Verona (un ente di promozione per lo sport).

> Come funziona concretamente il Festival, per gli studenti?

Abbiamo impostato i due giorni di autogestione in modo da rendere disponibile agli studenti una vasta gamma di incontri. Ogni incontro, a seconda dell’orario e della tipologia, consegnava ai partecipanti un certo numero di gettoni. Ogni studente, per essere registrato come presente a scuola, doveva collezionare un minimo di 10 gettoni. In pausa pranzo, inoltre, abbiamo fatto sì che per gli studenti ci fosse la possibilità insolita di mangiare un risotto caldo anziché i prodotti dei distributori automatici, che ci fossero dei banchetti informativi come quello del gruppo di Amnesty International, e finite le attività abbiamo chiuso in bellezza con un aperitivo d’Istituto. Nel complesso, abbiamo cercato di dare continuità e coerenza alla due giorni.

> Che cosa significa per voi questo evento?

Significa molto. Vuol dire poter dimostrare con i fatti alla comunità scolastica tutta che gli studenti possono fare qualcosa di Bello e di Utile. Che possono arricchirsi culturalmente e insieme divertirsi. Non è poco, no?

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