Strage di Bologna. Una delle tragedie più clamorose e insopportabili della Storia dell’Italia Repubblicana. 85 morti e più di 200 tra feriti e mutilati. Ci sono state delle condanne. Gli esecutori materiali.
Coloro, cioè, che hanno materialmente appoggiato la sacca imbottita di esplosivo in stazione sapendo che tutte le persone che stavano guardando dritte negli occhi, bambini, ragazzi, donne, tutti, e di cui stavano ascoltando i discorsi, le risate, forse i sospiri per il caldo estivo, sarebbero morte da lì a poco, saltate in aria, infiammate e sputate nel vento d’agosto come tizzoni ardenti di un vulcano ideologico delirante, che ha portato alla ribalta militari corrotti, servizi segreti deviati, strutture clandestine, gruppi criminali, dandogli per un po’ l’illusione di un potere che non hanno mai però conquistato del tutto.
I mandanti? Non sono stati individuati, è vero, ma ci sono tante cose, che vengono dimenticate, come se il fatto stesso di non avere individuato i mandanti significasse che non siano mai esistiti, e con loro non siano mai esistiti gli esecutori e le trame massoniche e i depistatori, che tra l’altro provenivano proprio dallo Stato e dagli organismi preposti alla nostra sicurezza.
E allora via con la giostra delle piste d’indagine alternative, tanto più considerate dal sistema mediatico, quanto più distanti dai confini italiani, come se un tale orrore non potesse essere stato ordito e concretizzato da noi “italiani-brava gente”.
L’ultima di queste è stata la “pista palestinese” suggerita (o pretesa) dalla Commissione Mitrokhin e definitivamente archiviata dalla Procura di Bologna nel luglio 2014, finalmente valutata per quello che era. Un’ennesima bufala.
Ciò che non è una bufala, invece, è la realtà dei fatti e la realtà dei fatti ci dice che i due esecutori materiali della Strage, Francesca Mambro, 9 ergastoli, 84 anni e 8 mesi di reclusione, e Valerio Fioravanti, 8 ergastoli, 134 anni e 8 mesi di reclusione, oltretutto condannati a risarcire lo stato per 2 miliardi, 134 milioni, 274 mila, 7 euro e due centesimi, sono oggi cittadini liberi a tutti gli effetti.
Che dire allora? Che sì, è vero, quelle strutture clandestine, quei criminali e quel sistema di governo parallelo forse il potere di governo totale non lo hanno mai raggiunto definitivamente, nonostante appoggi politici sempre accordatigli in ogni momento storico, però è vero anche che non gli è stato mai davvero scippato da nessuno, se è vero, com’è vero, che gran parte dei nomi di questo squallido e drammatico lungometraggio all’amatriciana chiamato “strategia della tensione”, sono gli stessi che leggiamo oggi sui giornali quando parliamo di Mafia Capitale, tanto per fare un esempio. E sono passati già 35 anni da allora.
Alex Boschetti, sceneggiatore e scrittore bolzanino classe ’77, storico di formazione, bolognese di adozione. Insieme a Anna Ciammiti ha realizzato per BeccoGiallo La strage di Bologna, in libreria in una nuova edizione a colori in occasione del 35° anniversario.