Iniziative

L’invasione degli scarafaggi… a teatro!

Ha debuttato il 16 marzo a Carbonara (Bari) lo spettacolo di marionette tratto da L’invasione degli scarafaggi – La mafia spiegata ai bambini, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso.

Per l’occasione abbiamo voluto rivolgere una domanda a Lelio Bonaccorso su che impressione ha avuto nel vedere trasposti i suoi disegni in uno spettacolo di marionette.

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#ChiediloaBG, BeccoGiallo su Ask.fm

La strage di Piazza Fontana a Milano, il DC-9 abbattuto sopra il cielo di Ustica, la bomba alla stazione di Bologna, il delitto Pasolini a Ostia, la vita di Peppino Impastato, l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la scomparsa di Emanuela Orlandi, il sequestro Moro e Piazza della Loggia, il caso Ilva a Taranto e il TAV in Val Susa: dietro a ognuna di queste storie, giudicate spesso oscure, di difficile lettura, ci sono persone che si sono impegnate per raccogliere informazioni, incontrare testimoni, visitare luoghi rilevanti, selezionare fonti e fatti per cercare di ricomporre un quadro che fosse chiaro e disponibile a tutti.

Molti di questi materiali di lavoro, insieme a impressioni personali e aneddoti, a volte rimangono sospese in superficie, senza sciogliersi del tutto nelle varie opere. Richiamarli alla memoria con delle domande, come quelle che si possono fare durante un incontro con gli autori, permette di avvicinarsi ulteriormente al lavoro che hanno svolto, per comprenderlo forse un po’ di più, per fotografarlo in maniera ancora più nitida.

Per questo abbiamo pensato di aprire un canale di comunicazione diretta e permanente, uno strumento semplice pensato per fare delle domande e ricevere delle risposte, nella speranza che impegno, informazione, memoria, possano circolare sempre più di frequente e sempre più libere. Risponderemo direttamente o faremo da tramite per le risposte dei nostri autori più esperti sull’argomento che ci volete proporre. Non è richiesta alcuna registrazione, solo curiosità.

Quest’anno a luglio #lamemorianonvainvacanza

Non fa bene pensare d’estate, dicono. Troppo caldo, e poi ci sono le vacanze, da passare magari nelle spiagge che ogni telegiornale mostra quotidianamente. Rilassiamoci almeno per qualche giorno, dicono.

Noi la pensiamo diversamente. Anche questo mese vi proponiamo di non smettiamo di riflettere sul coraggio di Falcone e Borsellino, su quanto accaduto a Emanuela Orlandi, sul fatto che ci fossero azioni di guerra in corso a Ustica, sulla vicenda umana e imprenditoriale di Adriano Olivetti, sulle stragi di piazza Fontana e Loggia, sulla figura dimenticata di Gramsci, su una contro-vacanza nei Balcani…
Ora più che mai non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

Tutti i libri del catalogo BeccoGiallo saranno quindi scontati del 25% per tutto il mese nel nostro store online. Senza spese aggiuntive. Perché #lamemorianonvainvacanza…

SNAPSHOTS OF A GIRL /8 – Beldan su Indiegogo

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Questo appuntamento con Beldan Sezen è un po’ particolare.

Ormai dovreste conoscere il personaggio, e aver inquadrato la sostanza e il significato del progetto Snapshots of a Girl. La vita di Beldan a fumetti, certo, ma anche un modo di raccontare il processo di scoperta della propria sessualità e il coming out di una giovane donna in diversi paesi, sempre a cavallo tra cultura cristiana e islamica. Una testimonianza rara e preziosa, la cui testimone chiede ora un piccolo sostegno.

Beldan ha infatti lanciato una campagna Indiegogo per riuscire a concentrarsi pienamente sul libro, a pochi mesi dalla data di pubblicazione prevista. In cambio di una donazione offre ringraziamenti grandi e piccoli, dalla calamita ad alcuni artwork, fino all’inclusione nel libro come personaggi. Non si tratta di finanziare la realizzazione del libro dunque, ma di supportare il lavoro di Beldan.

Se volete dire “io ci sono“, questa è la pagina da visitare. Per tutto il resto vi lasciamo alle parole della protagonista:

#ParlarediTAV con Canetta e Milanesi

Come promesso continuiamo a parlare di TAV. Prima di dare spazio alle vostre recensioni (se ancora non avete provveduto ad inviare la vostra scoprite qui come fare) però diamo spazio ad altri due graditi ospiti, Ernesto Milanesi e Sebastiano Canetta, che da giornalisti d’inchiesta vogliono dire la loro sul lavoro di Claudio Calia. Un libro-strumento che disponibile nel formato a voi più comodo, cartaceo o digitale che sia, per essere sempre pronto all’utilizzo. Buona lettura:

“Non mettetelo sullo scaffale dei fumetti, insieme a tutti gli altri. Fate, piuttosto, spazio nella sacca degli attrezzi, e riponetelo con cura tra gli utensili indispensabili. Dossier Tav di Claudio Calia (edizioni BeccoGiallo) è utile quanto una chiave inglese, una livella a bolla oppure un cacciavite a stella.
Strumento di pronto impiego; indispensabile per smontare (e rimontare per il verso giusto) vent’anni di mito dell’Alta velocità, e ricostruire la vera storia del Ponte di Messina… della Val di Susa.

Soprattutto, le 120 tavole “macchiate” (con il solito stile) da Calia permettono di misurare la lunghezza dei binari del «dialogo» nell’era del “regime democratico”, consentono di vedere cosa si nasconde sotto le traversine della Ragion di Stato, e di tracciare, finalmente, i confini della «pubblica utilità» cucita su misura della lobby dei calce-struzzi.

Dossier Tav è un’inchiesta giornalistica in piena regola: precisa, puntuale, documentata fin nei minimi dettagli. Nuvole parlanti ma di dati, numeri, cifre, statistiche e studi tecnicamente incontrovertibili. Un lavoro impeccabile quanto basta ad archiviare i contrappunti dei nostalgici del “futurismo”, sempre ancorati al fascino di zang e tumb.

Basterebbe questo, insieme al “suicidio” di Sole e Baleno e alla dozzina di pagine sulla “caduta” dal traliccio del «cretinetti» Luca Abbà. Se non fosse che Calia mette fino in fondo il Becco (e il pennarello) sul vero nodo della questione. «Democrazia fa rima con non si può». E bisogna fare attenzione a evitare «equivoci» e «confusioni», come avverte il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Peccato che il legalismo, insegna Dossier Tav, non sempre fa rima con legalità, e che le tavole “rotonde” mal si concilino con la militarizzazione della montagna (per questo ci vogliono gli Osservatori “quadrati”).

Ma il carotaggio di Calia restituisce la vera composizione del terreno su cui si gioca la partita sul Tav, e illustra anche la prospettiva dei tifosi dell’opera: dai sindaci embeeded della Val di Susa, ai tecnici Monti&Passera, passando per la sussidiarietà democratica del segretario Pd Bersani. Un Risiko giocato sulla pelle di gente in carne e ossa, gestito con i dadi rossi dell’ordine pubblico e il tris di carri armati.

Una propria prova di forza, magistralmente riassunta dal quaderno degli appunti “originali” di Calia, talmente dessinéè da essere fotocopiati nel dossier.”

– Ernesto Milanesi e Sebastiano Canetta

#ParlarediTAV con @zerocalcare

Mentre la promessa novità sul libro è arrivata (niente meno che l’uscita in formato eBook) cominciano ad arrivare anche le recensioni dei nostri ospiti. Partiamo oggi con l’intervento di Zerocalcare, ma non dimenticate che continuiamo ad aspettare anche che voi vi mettiate a parlare di TAV: in palio una tavola originale del fumetto. Buona lettura, e buone riflessioni, il primo dell’anno come ogni altro giorno.

Metto le mani avanti fin da subito, per me è molto difficile dare un giudizio obbiettivo su quest’opera. Perché Claudio Calia in qualche modo lo sento appartenere alla mia famiglia, tipo una specie di cugino lontano che parla coll’accento strano. E perché la storia che racconta è anch’essa una storia di famiglia.

Come Claudio confessa subito, sin dalle prime pagine del libro, neanche io sono mai stato in Val Susa. Ma la storia recente di quella valle la sento ugualmente come una storia di famiglia, che coinvolge i miei affetti e le mie emozioni, fatta di telefonate all’alba perché stanno sgomberando il presidio o perché stanno imboccando le guardie a casa della gente, e Tizio l’hanno portato in carcere e a Caio invece gli hanno dato i domiciliari. Insomma, chi decide di fare un fumetto sulla TAV con me gioca in casa. E a me bastava quello: ritrovarci le emozioni di questi anni, dalla morte di Sole e Baleno, che nel 1998 mi fece scoprire per la prima volta l’esistenza della Val Susa, fino ai più recenti assedi al cantiere. E quest’obbiettivo il libro lo raggiunge. Ma ne aggiunge un altro, magari meno empatico per quanto mi riguarda ma sicuramente più prezioso se consideriamo lo scopo del libro: senza nessuna pretesa di imparzialità, Claudio racconta una storia, espone motivazioni, snocciola dati, con grande sincerità e trasparenza, dando voce ad entrambi gli schieramenti. E non lo fa per mezzo della propaganda becera, quella che pure da ambo le parti è stata messa in campo negli anni; io stesso probabilmente sarei caduto in quell’errore: citare i giornalisti più ridicoli ed embedded, i discorsi più belligeranti ed irragionevoli di chi tanto parla di legalità e dialogo, insomma mostrare gli aspetti più grotteschi e macroscopicamente contraddittori del fronte Si Tav.

Claudio sceglie un approccio meno populista ed intellettualmente più onesto, senza dare spazio agli eccessi ed al folklore, riportando invece quelle che sono le posizioni più asciutte e significative dei due schieramenti. Ed è una scelta che funziona. In questo senso il libro è “efficiente”, informa, racconta, è uno strumento *utile* a capire cosa è successo negli ultimi anni su quel territorio e qual’è la posta in gioco. Sembra poco, ma in un sistema mediatico che ha scelto di scendere in campo con l’artiglieria pesante al servizio di una delle due parti (basti pensare a come è stata trattata la famosa vicenda del manifestante che da della “pecorella” al carabiniere, raccontata anche nel libro e ricollocata in un ottica di banale buon senso), un’opera così è un servizio non tanto al movimento No Tav, quanto a chi cerca di leggere i fatti di questo paese senza rinunciare allo spirito critico.

E che questo servizio ancora una volta lo faccia un fumetto, non può che rendermi felice.”

– Zerocalcare

#ParlarediTAV

Parliamo di TAV. Facciamolo partendo dai fatti, valutando i numeri, ripercorrendo gli eventi in ordine cronologico. Evitando quindi falsificazioni e distrazioni, andando dritti al cuore del problema, per arrivare solo in un secondo momento a delle conclusioni. Dossier TAV, di Claudio Calia, usa questo approccio, proponendosi come agile guida, prontuario essenziale ma preciso, in grado di rispondere a tutte le domande che veramente contano.

Allora per parlare di TAV vi chiediamo proprio di partire dal libro di Claudio: inviateci le vostre recensioni a (se pubblicate in blog, siti o social network basta un link) fino all’11 gennaio. Pubblicheremo qui quelle che più stimolano riflessione e dialogo, e sorteggeremo un vincitore a cui Claudio regalerà una tavola originale del fumetto.

Nel frattempo continueremo a #parlarediTAV con qualche sorpresa “fuori concorso”, e una novità riguardante il libro. Speriamo continuerete a parlarne anche voi.

Il calendario di natale jimdo 2012

Peppino Impastato, Diego Armando Maradona, Alda Merini e Julian Assange. Se non avete ancora letto queste storie a fumetti, una buona occasione potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Sono infatti questi i libri che abbiamo deciso di mettere in palio tramite il calendario di Natale 2012 di Jimdo, un’iniziativa che vi incoraggiamo a seguire perché interessante anche al di là del nostro contributo.

Quando potrete vincerli? Questo non ve lo possiamo dire. Ogni giorno potrebbe essere quello buono!

L’eBook gratuito di #PortoMarghera, storia di ieri che fa riflettere oggi

5 anni fa, Claudio Calia ci ha raccontato la vicenda del Petrolchimico di Porto Marghera. Lo ha fatto come piace a lui: sporcandosi le mani, raccogliendo testimonianze, dati e informazioni spesso difficili da tenere insieme e contestualizzare. Informazione concepita come bene comune, che insieme al fumetto prova ad offrire alla comunità di lettori uno strumento in più per capire, conoscere, cambiare.
Parliamo di “Citizen Journalism“, atteggiamento che Claudio ha voluto tenere anche per la realizzazione di “Dossier TAV“, ultimo suo progetto editoriale, in uscita oggi in tutte le librerie italiane.

“Porto Marghera – la legge non è uguale per tutti“, premio come miglior fumetto al Treviso Comic Book Festival nel 2007, non venne rilasciato allora con licenza Creative Commons come ormai facciamo da qualche anno per tutti i nostri libri. Un ostacolo alla diffusione delle idee e delle informazioni che andiamo oggi a colmare, rendendo disponibile l’eBook al prezzo simbolico di una condivisione (Facebook o Twitter).

Lo facciamo mentre le notizie che arrivano sull’Ilva di Taranto sembrano avere più di qualcosa in comune con Porto Marghera (e con troppe altre vicende, oramai). Comprendere il nostro passato per evitare di commettere gli stessi errori e costruire un futuro migliore è cosa buona e giusta. Senza mai abbassare la guardia.

Scaricatelo da qui:

Festival Galileiano 2012

Qualche settimana fa abbiamo ricevuto via mail un invito un po’ particolare. Si trattava di portare un po’ di BeccoGiallo (testimonianze, storie, filosofia, etica) in una scuola superiore di Verona. A volte ci capita, e rispondiamo presenti sempre con piacere. Stavolta però non si trattava di una lezione canonica o un seminario dedicato, ma di dare un contributo libero e attivo alla due giorni di un festival autogestito particolarmente “illuminato”, che vi facciamo raccontare direttamente dal rappresentante d’istituto del Liceo Scientifico Galilei, Lorenzo Sfragara, che ci ha voluti della partita:

Il Festival Galileiano vuole essere la possibilità concreta dello studente di vivere la scuola in un modo alternativo ma altrettanto valido. L’idea si fonda sul concetto di “meeting”, ovvero sulla possibilità di trovare nella struttura scolastica una pluralità di eventi, attività, incontri e conferenze di diversi ambiti e tematiche (beni comuni, musica, violenza sulle donne, poesia, mercato equo e solidale, editoria, ambiente). È un momento pensato perché lo studente si possa confrontare in prima persona e sotto la sua responsabilità con la realtà, volto all’arricchimento personale e di gruppo, senza però limitare lo spirito di divertimento e la leggerezza che contraddistingue da sempre il nostro liceo. Partendo da queste premesse, riportate anche nel volantino che abbiamo distribuito per promuovere l’iniziativa, abbiamo iniziato un percorso che ci ha portati dalle discussioni preliminari di gennaio con il Consiglio d’Istituto all’approvazione finale e alla realizzazione del Festival. Abbiamo unito tutte le nostre forze disponibili nell’obiettivo di costruire un evento unico, per dimostrare a noi stessi che la scuola è un posto Bello e ai professori che gli studenti amano la scuola, se affrontata in un certo modo. Siamo stati supportati da Asi Verona (un ente di promozione per lo sport).

> Come funziona concretamente il Festival, per gli studenti?

Abbiamo impostato i due giorni di autogestione in modo da rendere disponibile agli studenti una vasta gamma di incontri. Ogni incontro, a seconda dell’orario e della tipologia, consegnava ai partecipanti un certo numero di gettoni. Ogni studente, per essere registrato come presente a scuola, doveva collezionare un minimo di 10 gettoni. In pausa pranzo, inoltre, abbiamo fatto sì che per gli studenti ci fosse la possibilità insolita di mangiare un risotto caldo anziché i prodotti dei distributori automatici, che ci fossero dei banchetti informativi come quello del gruppo di Amnesty International, e finite le attività abbiamo chiuso in bellezza con un aperitivo d’Istituto. Nel complesso, abbiamo cercato di dare continuità e coerenza alla due giorni.

> Che cosa significa per voi questo evento?

Significa molto. Vuol dire poter dimostrare con i fatti alla comunità scolastica tutta che gli studenti possono fare qualcosa di Bello e di Utile. Che possono arricchirsi culturalmente e insieme divertirsi. Non è poco, no?