Ancora ciao, BecchiGialli,
è da un po’ che non ci si sente! Come state? Com’è la vita in Italia un anno dopo Berlusconi?
Recentemente sono stata a Istanbul, per parlare con mia zia a dieci anni dal mio coming out con lei. Con l’età è diventata sempre più religiosa, collezionando ormai tre pellegrinaggi a La Mecca. Mi ricordo quanto ero nervosa nel momento di rivelarle che il mio amore è per le donne, e che quindi non sarei mai stata parte di quel fortissimo concetto di matrimonio e famiglia che lei rappresenta con tanta eloquenza e determinazione. Ma ancora una volta, come allora, mia zia ha detto che Allah ha creato anche me e quelli come me, e che la società turca dovrebbe accettare l’esistenza dei gay. Dopotutto per un certo periodo ha vissuto vicino a Zeki Müren, quindi “sa bene certe cose”. E io ho sorriso, ricordando anche il sollievo di quella prima conversazione.
Mi ricordo di Zeki Müren in TV, quando ero piccola. Di come entrasse sul palco con tacchi alti e abiti in stile esageratamente anni Settanta. Lui, uno dei più amati e rispettati rappresentanti della musica tradizionale turca, perfetto esempio di pronuncia perfetta della nostra lingua, è stato censurato numerose volte dalla televisione nazionale (TRT) per le sue scelte a livello di vestiario. Mio zio, che lavorava per la TRT (unico canale disponibile all’epoca), spesso a cena ci raccontava delle storie su di lui, e le risposte andavano dal “Cosa ci puoi fare, è fatto così” allo “Sta proprio esagerando”, frasi pronunciate rispettivamente con compassione e con un pizzico di fastidio. Il fatto che fosse gay non era un gran problema. Il fatto che non rispettasse i canoni comuni della società sì.
L’autunno ormai è arrivato con il suo tempo piovoso e tempestoso. Statemi bene, ci rileggiamo il mese prossimo!