Giorgio Gobbo, oltre che voce e chitarra della Bottega Baltazar, è “rugbista dentro”.
Così, quando ho iniziato a scrivere “Rugbyland” è stato uno dei primi a offrire una mano, fornendomi qualche contatto fondamentale per poter cominciare il lavoro. E poi si sa: da cosa nasce cosa, specie in ambito rugbistico. Nello stesso periodo la Bottega, che è solita raccontare la dura realtà con deliziose melodie, stava lavorando a un pezzo che – guarda caso – si chiamava “Rugby di periferia”. Parlava di rugby, naturalmente, ma soprattutto parlava di periferia. Ed è curioso, perché a differenza di altri paesi il rugby in Italia si è sviluppato proprio nelle periferie, lontano dai grandi centri. E questa canzone cercava la periferia nella periferia. Ascoltandola, si capisce perché l’ha la trovata proprio lì, ai margini di una tangenziale, dove sorgono la maggior parte dei campi da rugby…
Ho avuto il privilegio di sentire la canzone in anteprima. O meglio: di ascoltarla quando ancora era in lavorazione. E non mi sono fatto scappare l’occasione di citarla nel libro, come colonna sonora ideale di un capitolo chiamato “Anche in Veneto c’è un pezzo di Galles” (a proposito di periferie…), dedicato alla città di Rovigo, anche se ufficialmente quel pezzo non esisteva. E sarebbe mai esistito, poi?
Oggi, dopo qualche anno dall’uscita di “Rugbyland”, in occasione del nuovo album della Bottega Baltazar (titolo: “Sulla testa dell’elefante”), anche “Rugby di periferia” debutta ufficialmente. E lo fa con un bellissimo video, curato da Marco Zuin e Lorenzo Pezzano per Videozuma, rilanciato sul sito di Repubblica in questi giorni.
Guardate un po’ qui.
Andrea Ragona
scrittore della trilogia Yugoland, Rugbyland e Ecoland,
tutti illustrati da Gabriele Gamberini.