ilaria alpi

40 anni di storia d’Italia e 40 anni senza un colpevole

Il 28 maggio ricorre il quarantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, a Brescia: una bomba scoppiava durante una manifestazione antifascista provocando 8 vittime e più di 100 feriti. Dopo quattro istruttorie e una dozzina di gradi di giudizio, per questa strage non c’è ancora un colpevole.

L'immagine è tratta da Giornalettismo: http://bit.ly/1k1Z4q8

Dietro a questa strage e dentro a queste indagini, uno spaccato di storia patria importantissimo ma ancora sgranato, incerto, frammentato. Piazza della Loggia è uno dei tristi “misteri d’Italia”, uno degli episodi apparentemente irrisolvibili riconducibili alla cosiddetta “strategia della tensione”. Il primo filone d’indagine era imperniato su sbandati locali dalle simpatie neofasciste, ma con il passare degli anni anche in questo caso si sono palesate ambigue connessioni fra la destra eversiva e gli apparati di sicurezza dello Stato, connessioni già ipotizzate per altri tragici accadimenti ancora senza soluzione, o coperti da segreto di stato: il naufragio del traghetto Moby Prince, la morte di Ilaria Alpi, la bomba sul treno Italicus, la tragedia di Ustica,… Per alcuni di essi il governo ha promesso l’imminente desegratazione, scatenando sia plausi che dubbi.

L'immagine a sinistra è tratta da http://www.ilfattobresciano.it/?p=9346


 

Dopo aver raccontato il contesto in cui si inscrive la strage nel libro “Piazza della Loggia Volume 1: Non è di maggio“, Francesco Barilli e Matteo Fenoglio tornano in libreria con il secondo volume a fumetti, che ricostruisce gli sviluppi processuali della vicenda arrivando fino ai giorni nostri, facendoci incontrare volti noti e volti nuovi, ricostruendo nel dettaglio indagini e fatti che le cronache nazionali hanno spesso deciso di ignorare.

Ma la storia iniziata il 28 maggio 1974 non ha ancora un finale: soltanto un mese fa  la Cassazione ha aperto un nuovo processo contro i neofascisti Maggi e Tramonte, precedentemente “assolti per un ipergarantismo distorsivo con conclusioni illogiche ed apodittiche”.

Per saperne di più:

Casa della memoria 28 maggio 1974 Brescia

Gruppo Facebook dedicato all’ultimo processo

Reti-Invisibili

Osservatorio democratico sulle nuove destre

 

Piazza della Loggia Volume 2: In nome del popolo italiano, di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio, 194 pagine, brossura, b/n, in libreria dal 22 maggio 2014.

Ilaria Alpi, il ricordo di Giovanna Botteri

Una verità acqua e sapone
di Giovanna Botteri, prefazione a “Ilaria Alpi, il prezzo della verità“

Non so che reazione avrebbe avuto Ilaria, sapendo di essere diventata l’eroina di un fumetto. Probabilmente avrebbe riso, sicuramente avrebbe pensato a uno scherzo. Avrei dovuto convincerla, spiegarle che avevano chiesto a me addirittura l’introduzione. E so che mi avrebbe fatto due domande: perché hanno scelto me? Perché hanno scelto te?

Non posso non pensarci, sempre. Hanno scelto te, Ilaria, perché qualcuno ha voluto ammazzarti, quel giorno a Mogadiscio, insieme a Miran. Perché hanno nascosto chi è stato, chi ha deciso e ordinato l’agguato, perché continuano a farlo. E perché tua madre non ha mai smesso di battersi, come una leonessa, perché si continuasse a investigare. Ha dovuto seppellire te, ma si è rifiutata di seppellire la verità. L’ammiravi così tanto, bella, elegante, magra, e saresti veramente stata orgogliosa nel vederla sfidare tutti, senza paura di nessuno. E tuo padre al suo fianco, sempre. Perché tante cose sono cambiate: la televisione, l’immagine delle giornaliste, il mondo dei media, e tu sei rimasta un riferimento importante per chi crede ancora nell’informazione come ricerca della verità, come reportage per spiegare e far capire altri mondi, altre culture,
come missione, studio, lavoro, impegno, passione. Lontano dai tacchi a spillo, dall’ossessione dell’apparire, dai salotti di potere.

Come non pensarti, in Somalia come a Saxa, in Marocco o a Sacrofano, sempre acqua e sapone, le scarpe basse, i pantaloni comodi con le tasche piene di note e indirizzi. Avresti dovuto nasconderci anche gli ultimi appunti. Ma non potevi saperlo. Perché ho visto una foto della Fallaci da giovane, in Africa. Seduta a terra, con una camicia larga strapazzata, e i capelli raccolti in due trecce.

Era uguale a te. Ma nessuno voleva ammetterlo, come se fosse una bestemmia. Senza sapere che lei è stata un po’ il nostro mito, da ragazzine, quando – unica donna – seguiva le guerre e i conflitti, si metteva l’elmetto e saliva sugli elicotteri. C’era solo lei. E poco importa se alla fine abbia tradito quella giovane donna che era stata.

Tu hai seguito i tuoi sogni, senza tradire te stessa. E mi piace ritrovarti in tante foto, diverse. Pensare a cosa avresti detto, fatto o scritto. Per non tradire mai se stessi.

E se mi chiedi, adesso, perché abbiano scelto me, per fare l’introduzione, la risposta è facile: ero la tua compagna di banco al Tg3. Voglio continuare a esserlo.

Mauro acchiappava notizie

Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e l’Associazione Ilaria Alpi, come ogni anno, hanno indetto un concorso dedicato a un reporter vittima di mafia o terrorismo. Per il secondo anno di fila, un giornalista senza tesserino che ha pagato con la vita il suo impegno si è visto onorato dell’iniziativa. Dopo Peppino Impastato, stavolta è toccato a Mauro Rostagno. E per il secondo anno di fila ho avuto l’occasione di far parte della giuria (stavolta insieme a Maddalena Rostagno ed Enrico Deaglio) e di poter parlare di un vero mito del giornalismo davanti alla platea perugina. Giornalista irriverente e modernissimo, sociologo appassionato e innovativo, padre del ’68 italiano e dei centri sociali, Mauro è stato ammazzato dalla mafia a Trapani il 26 settembre 1988 per avere svelato le connessioni tra criminalità organizzata, massoneria e politica. Tra i tanti elaborati che sono stati valutati con attenzione dalla giuria, ci piace segnalarvi il breve ma emozionante video di Paolo Matteo Maggioni “Mauro acchiappava notizie”. Si tratta di un punto di vista originale e commovente sul tema del concorso, ossia raccontare la vita di Rostagno, che onora ed emoziona noi autori del fumetto Mauro Rostagno – Prove tecniche per un mondo migliore. Il documentario, su cui mi sono astenuto sentendomi parte in causa e troppo emotivamente coinvolto, ha vinto una menzione speciale.

Marco Rizzo

 

 

Domani si svolgerà il 28esimo (non avete letto male) appello del processo per l’omicidio Rostagno. Non dimentichiamocene.