omicidio

Ilaria Alpi, il ricordo di Giovanna Botteri

Una verità acqua e sapone
di Giovanna Botteri, prefazione a “Ilaria Alpi, il prezzo della verità“

Non so che reazione avrebbe avuto Ilaria, sapendo di essere diventata l’eroina di un fumetto. Probabilmente avrebbe riso, sicuramente avrebbe pensato a uno scherzo. Avrei dovuto convincerla, spiegarle che avevano chiesto a me addirittura l’introduzione. E so che mi avrebbe fatto due domande: perché hanno scelto me? Perché hanno scelto te?

Non posso non pensarci, sempre. Hanno scelto te, Ilaria, perché qualcuno ha voluto ammazzarti, quel giorno a Mogadiscio, insieme a Miran. Perché hanno nascosto chi è stato, chi ha deciso e ordinato l’agguato, perché continuano a farlo. E perché tua madre non ha mai smesso di battersi, come una leonessa, perché si continuasse a investigare. Ha dovuto seppellire te, ma si è rifiutata di seppellire la verità. L’ammiravi così tanto, bella, elegante, magra, e saresti veramente stata orgogliosa nel vederla sfidare tutti, senza paura di nessuno. E tuo padre al suo fianco, sempre. Perché tante cose sono cambiate: la televisione, l’immagine delle giornaliste, il mondo dei media, e tu sei rimasta un riferimento importante per chi crede ancora nell’informazione come ricerca della verità, come reportage per spiegare e far capire altri mondi, altre culture,
come missione, studio, lavoro, impegno, passione. Lontano dai tacchi a spillo, dall’ossessione dell’apparire, dai salotti di potere.

Come non pensarti, in Somalia come a Saxa, in Marocco o a Sacrofano, sempre acqua e sapone, le scarpe basse, i pantaloni comodi con le tasche piene di note e indirizzi. Avresti dovuto nasconderci anche gli ultimi appunti. Ma non potevi saperlo. Perché ho visto una foto della Fallaci da giovane, in Africa. Seduta a terra, con una camicia larga strapazzata, e i capelli raccolti in due trecce.

Era uguale a te. Ma nessuno voleva ammetterlo, come se fosse una bestemmia. Senza sapere che lei è stata un po’ il nostro mito, da ragazzine, quando – unica donna – seguiva le guerre e i conflitti, si metteva l’elmetto e saliva sugli elicotteri. C’era solo lei. E poco importa se alla fine abbia tradito quella giovane donna che era stata.

Tu hai seguito i tuoi sogni, senza tradire te stessa. E mi piace ritrovarti in tante foto, diverse. Pensare a cosa avresti detto, fatto o scritto. Per non tradire mai se stessi.

E se mi chiedi, adesso, perché abbiano scelto me, per fare l’introduzione, la risposta è facile: ero la tua compagna di banco al Tg3. Voglio continuare a esserlo.