omosessualità

Quando il parroco veneto scrive al candidato sindaco gay

Don Ferdinando, anni 81, non poteva proprio non esprimere il suo dissenso verso l’impegno politico del cittadino Matteo Pegoraro, candidato sindaco di Solesino in provincia di Padova. Abbiamo deciso di riprodurre il suo appello perché non cada nel dimenticatoio, e sempre più persone comincino a rispondere in queste occasioni con un allegro e leggero… #QuasiQuasiMiSbattezzo!

Caro el me prof. Matteo, anca se non te conosso (ma conosceva molto ben to nono Vaj) lassa che te fassa e me congratueasion dea voja che te ghe de deventare Sindaco dea me Soesin…

No! No! No te fasso e congratueasion, ma te assicuro che go sentio on colpo al core! Ma, benedeti del cor de Dio (parchè anca voialtri si so fioi) ve ghio mai domandà parchè si qua al mondo? O mejo te fasso ea domanda direta: “Ti (laureà in giurisprudensa ma non in umanità) sito contento de essare al mondo?”. Penso che te me rispondi de sì! Bene! E chi xe che te gà fato? Do omani o do femene oppure on omo e na femena? Quindi ringrassia to popà e to mama. Come a dire che sensa de eori no te sarrissi gnanca al mondo. E quindi gnanca gay.

Varda che mi no te giudico parché soeo el Signore xe bon de farlo; ma gnanca posso tasare so sto andamento che giorno dopo giorno sta diventando na vera caeamità. Gabi el corajo de lesare sta pagina che te mando parchè te gabi de renderte conto del mae che “sti presunti diriti civili” ga fato e continua a fare. Sta calmo, ste calmi, parchè de sto passo fe finire el mondo, oppure penseo che ea storia de Sodoma e Gomor xè na baea? Ripeto: no ve condano, ma bisognaria che no ve gloriassi massa de essare cossì.

A Bataja gaveva tre amissi (parlo de 70 ani fa e quindi sta anomalia ghe xè sempre sta) e te posso assicurare che no ghemo mai fato storie e mai se ghemo insultà. Che ghe sia sta de quei che ga tolto in giro ste persone, sapi che el primo xé sta no el Papa e gnanca i preti, ma el signor Tognazzi col film “el vizietto”. E barzeete no xé nostre…

Go visto che te sì laureà e quindi el Signore te ga dà abastansa inteigensa e quindi te poi arivare a capire che sta omosesuaità non xe roba naturae, ma na disfunsion, oppure sito anca ti de quei che dixe che non xe normai i omani che se marida coe done?

Scusa se so caustico, ma se fasso ea raccolta de queo che tanti purtropo mezi de comunicasion fa e dixe dea Cesa… Beh! no n so quante pagine vegnaria fora. E so anca che parfin el sindaco Renzi te gavaria scartà! Vuto stare col to amigo? W ea libertà! Ma no pretendare che ea sia to mojere! E de ciamare matrimonio queo che ea Costitusion no dixe.

Ciao e no sta rovinare el nome de Soesin parchè, caso mai, te sì de Stanghea.

D. Ferdy

E, caro Matteo, non mi interessa se questo fenomeno diverrà globale, perché resterà sempre uno dei 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Li conosci? 1) Omicidio volontario (aborto), 2) Peccato impuro contro natura (omosessualità), 3) Oppressione dei poveri, 4) Defraudare la mercede degli operai.

E che Dio ti aiuti

Snapshots of a girl /8

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Cari amici di BeccoGiallo,
prima di tutto lasciate che vi ringrazi per il vostro supporto e per credere nell’importanza del mio lavoro. Lo apprezzo molto!

La mia amica su Hanadi mi ha appena scritto su Facebook: “dovresti parlare di più del tuo lavoro, arriva molto lontano”, e ho pensato di condividere con voi la mia risposta.

Grazie, cara Hanadi, per aver portato la mia voce fino ad Aleppo! Spero che tu e i tuoi cari stiate bene.

Per quanto riguarda il mio lavoro, mi sono sorpresa quando durante un viaggio a Beirut (dove i miei lavori erano esposti in una mostra) quei cari editori italiani mi hanno chiesto di pubblicare un libro sulla mia vita. La prima reazione è stata un secco NO, perché non potevo immaginare come la mia breve (sì, vivo ancora in quell’illusione) vita potesse essere interessante per altre persone, men che meno per il pubblico italiano.

Beh, non erano d’accordo. Quello che volevano era che parlassi dei miei coming out, di cosa voglia dire per una donna turca, nata e cresciuta in Germania, affrontare la sua sessualità. Le difficoltà di vivere una vita aperta e indipendente (a livello economico ed emozionale) da lesbica sono un qualcosa di prezioso da scoprire anche per l’Italia, paese in cui l’omosessualità è ancora largamente misurata in base ai valori cristiani. Ho capito allora che ci doveva essere una sorta di esperienza globale condivisa, indipendente dalle influenze delle varie nazionalità, economie e religioni.

Discutendone con amici della mia generazione la voglia di realizzare il libro si è poi concretizzata. Come persona la cui prima convinzione è il diritto ad essere completamente se stessi, senza che questo danneggi noi o gli altri, ho iniziato a voler condividere dei frammenti della mia vita. Snapshots, se preferite…

SNAPSHOTS OF A GIRL /7 BY BELDAN SEZEN

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Ancora ciao, BecchiGialli,
è da un po’ che non ci si sente! Come state? Com’è la vita in Italia un anno dopo Berlusconi?

Recentemente sono stata a Istanbul, per parlare con mia zia a dieci anni dal mio coming out con lei. Con l’età è diventata sempre più religiosa, collezionando ormai tre pellegrinaggi a La Mecca. Mi ricordo quanto ero nervosa nel momento di rivelarle che il mio amore è per le donne, e che quindi non sarei mai stata parte di quel fortissimo concetto di matrimonio e famiglia che lei rappresenta con tanta eloquenza e determinazione. Ma ancora una volta, come allora, mia zia ha detto che Allah ha creato anche me e quelli come me, e che la società turca dovrebbe accettare l’esistenza dei gay. Dopotutto per un certo periodo ha vissuto vicino a Zeki Müren, quindi “sa bene certe cose”. E io ho sorriso, ricordando anche il sollievo di quella prima conversazione.

Mi ricordo di Zeki Müren in TV, quando ero piccola. Di come entrasse sul palco con tacchi alti e abiti in stile esageratamente anni Settanta. Lui, uno dei più amati e rispettati rappresentanti della musica tradizionale turca, perfetto esempio di pronuncia perfetta della nostra lingua, è stato censurato numerose volte dalla televisione nazionale (TRT) per le sue scelte a livello di vestiario. Mio zio, che lavorava per la TRT (unico canale disponibile all’epoca), spesso a cena ci raccontava delle storie su di lui, e le risposte andavano dal “Cosa ci puoi fare, è fatto così” allo “Sta proprio esagerando”, frasi pronunciate rispettivamente con compassione e con un pizzico di fastidio. Il fatto che fosse gay non era un gran problema. Il fatto che non rispettasse i canoni comuni della società sì.

L’autunno ormai è arrivato con il suo tempo piovoso e tempestoso. Statemi bene, ci rileggiamo il mese prossimo!

SNAPSHOTS OF A GIRL /6 BY BELDAN SEZEN

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Ciao cari BecchiGialli!

Questo mese è stato parecchio impegnativo con una bella serie di progetti e commissioni utili per portare a casa qualche soldo. Provo comunque a spendere una decina di minuti al giorno sul libro, cosa che mi da decisamente più soddisfazione rispetto al non lavorarci affatto. Anche se sono “solo” 10 minuti. L’altro giorno John Irving diceva che per i suoi libri comincia sempre dalla fine, e poi scrive il resto. Bene, proprio quello che volevo sentire (autodidatta… prendo e imparo quello che arriva) perché non sono soddisfatta proprio delle parti finali un po’ confuse, che indeboliscono un po’ tutto il lavoro, pur trattandosi di un’autobiografia. Quindi mi sono focalizzata sull’outro, in pratica sul cosa comunicare… costruendo poi da lì la struttura fino al prossimo momento in cui potrò mettermi a disegnare con calma. Non vedo l’ora che arrivi quel momento.

Ma per ora lasciatemi dire qualcosa sul capitolo a cui sto lavorando, “Coming out to my father”. Sono stata in qualche modo fortunata a trovarmi dei genitori che nonostante le loro scelte di vita e le difficoltà ad accettare le mie, hanno fatto del loro meglio e alla fine mi hanno dato il loro appoggio. Per quanto sia stato difficile mettere da parte le loro convenzioni e aspettative sulla mia vita, non hanno mai dimenticato il loro amore per me, mettendo davanti a tutto la mia felicità. L’esatto opposto della recente ondata di crimini, cosiddetti “d’onore”, che vedono le famiglie turche abbandonarsi alle convenzioni, e piuttosto che cedere preferiscono uccidere il loro figlio gay o transgender. La paura di perdere quel qualcosa che chiamano “onore” gli sembra più importante della vita del loro stesso figlio: qualcosa che non riuscirò mai a capire.