Durante le festività abbiamo dato il via a una collaborazione con Book Republic e l’Unità. Lo scopo era duplice: far conoscere a un numero di persone sempre maggiore di persone i nostri libri e le loro storie e, in seconda battuta, toccare con mano l’argomento eBook, già approcciato con i libri su Gigi Meroni e Adriano Olivetti proposti su AppStore.
Il buon riscontro ottenuto dalla collana digitale conferma quello che ci aspettavamo: i lettori digitali ci sono, e cominciano a farsi valere. Proprio per questo il passaggio successivo, secondo noi, è capire come fare a rispettarli, a offrire loro un prodotto digitale che rispetti il fumetto come linguaggio e al tempo stesso risulti leggibile e godibile.
Insomma, come dovrebbe essere il libro a fumetti ideale in formato eBook?
Abbiamo proposto questa domanda ieri su Twitter, facendo sviluppare una breve ma intensa conversazione portata avanti principalmente tramite l’hashtag #ebookafumetti.
Prima di tutto vediamo quali sono le fazioni in campo, i punti di vista generali sulla questione.
Arturo Robertazzi, bookblogger, pensando all’opera originale immagina una riproposizione digitale che sia altrettanto leggibile. Un problema non da poco, considerando la varietà di device sui quali il nostro #ebookafumetti può essere letto:
Aldo rilancia, facendo notare che il nuovo supporto offre dei vantaggi che potrebbero arricchire l’esperienza di lettura, rispetto alla controparte cartacea:
Tito Faraci, sceneggiatore, si pone invece dall’altro lato della barricata, pensando a un fumetto nativo digitale:
Perché…
Insomma, il fumetto dovrebbe mutare in base all’interfaccia che lo propone. Ma quali sono dunque i cambiamenti concreti da affrontare? Un primo spunto arriva dal giornalista Riccardo Bruni:
Massimiliano Clemente, direttore editoriale di Tunué, sottolinea che a cambiare dovranno essere innanzitutto le modalità di creazione di un fumetto, e le competenze in campo:
Possiamo dunque delineare due esigenze di fondo, sulle quali le case editrici si dovrebbero probabilmente concentrare.
La prima è di natura prevalentemente pratica. Esiste un lettore digitale che vuole ritrovare nel suo eReader la stessa opera che potrebbe trovare in libreria, e vuole poterla apprezzare allo stesso modo, se non arricchita grazie a contenuti aggiuntivi di varia natura.
La seconda è di concetto. Nuovo mezzo, nuova forma. Nuova forma, nuovo contenuto. Se l’opera analogica deve poter essere trasposta efficacemente in digitale, l’opera nativa digitale per avere una sua dignità deve avere caratteristiche tali da renderla impossibile da “travasare” su carta.
Il punto più interessante, più stimolante, ci sembra proprio questo. Come fare a immaginare un fumetto nativo digitale? Quali nuovi espedienti narrativi si potrebbero adottare? Quali soluzioni tecniche ed estetiche si aprono? Continuate a seguire e ad alimentare la discussione sugli #ebookafumetti, dite la vostra, proponete soluzioni, idee e ponete altri quesiti. Siamo in ascolto.